Come Aprire la Partita IVA

come aprire la partita iva

Come si apre una Partita IVA? Ma soprattutto, quanto costa e quando è veramente necessaria?

Nell’articolo di oggi provo a rispondere a queste domande e a darti una infarinatura generale delle cose che devi assolutamente sapere.

Già perchè quando nelle videocall di consulenza, si tocca l’argomento Partita IVA, molte di voi stramazzano al suolo.

Ma perchè fa così tanta paura? Forse perchè se ne parla sempre in modo superficiale, forse perchè se ne parla solo in termini di costi e mai di opportunità, forse perchè non si conoscono tutte le agevolazioni di cui possono usufruire le start up.

In ogni caso, ti capisco al 100%, anche io come te ho avuto mille paure e perplessità in merito e ho cercato di fare il possibile per lavorare con le prestazioni occasionali, ma poi ho capito che non era la strada giusta e nemmeno la più conveniente.

Disclaimer

Non sono una commercialista, di fisco non so praticamente nulla, ti riporto le informazioni sull’argomento che ho recuperato in questi anni. Perdonami qualche termine tecnico non usato correttamente ed eventuali imprecisioni. Il mio consiglio è sempre quello di farsi seguire da un esperto (io sono seguita da un commercialista bravissimo) ma ci tenevo a trasferirti questi concetti perchè sono una base importante su cui fare due ragionamenti. Molti rinunciano alla Partita IVA a priori, ma non credo sia giusto, soprattutto viste le possibilità che sono oggi disponibili.

Partita IVA o Prestazione Occasionale?

Se vuoi lavorare in modo indipendente come libera professionista, per essere “in regola” è necessario dichiarare i tuoi compensi. Lavorare “in nero” infatti, non solo non è legale, ma non ti da nessuna tutela.

“Ma non è sufficiente dichiarare quello che guadagno come prestazione occasionale?”

Si, in alcuni casi sì, purchè il servizio sia erogato in maniera sporadica, non continuativa…OCCASIONALE appunto.

Ma quando un lavoro è occasionale?

Un lavoro è occasionale quando “vendi” in modo non continuativo. Ad esempio se vuoi vendere articoli su Amazon o e-Bay, queste piattaforme non ti chiederanno immediatamente la Partita IVA, perchè è una attività che può essere svolta in modo sporadico. Ma dopo un numero definito di vendite per un certo lasso di tempo, sarà proprio il sito a cui ti appoggi a richiederla perchè decade l’occasionalità.

Un lavoro NON è OCCASIONALE quando si propongono i propri servizi su un sito, su Facebook, YouTube..ecc. Avere un prodotto sempre accessibile sul web, acquistabile da chiunque in qualsiasi momento, fa decadere qualsiasi tipo di sporadicità.

Quindi…se vendi gioielli, creazioni, pasticceria…ecc e pubblicizzi il tutto su una pagina Facebook…beh ecco che la Partita IVA ci vuole!

Questo non vuol dire che è la prima cosa da fare quando ci si vuole mettere in proprio. Sicuramente avere una Partita IVA non è necessario in fase si definizione del tuo business: puoi preparare la tua pagina Facebook, costruire il tuo sito web, iniziare a raccogliere contatti nella tua lista mail, farti pubblicità, crearti un pubblico ed una relazione con esso…senza aver definito tutto a livello fiscale.

Come Regola D’Oro, ti direi che la Partita IVA non è necessaria fino a che non VENDI veramente qualcosa, di fisico o digitale. A quel punto serve (e conviene), a meno che tu non venda proprio cinque cose in croce all’anno e puoi sfruttare le prestazioni occasionali.

Comunque direi che è buona cosa fare due chiacchiere con un commercialista non appena inizi ad avere le idee un pochino chiare. Lui saprà sicuramente consigliarti al meglio.

Partita IVA in regime Forfettario

“Ok, che la Partita IVA sia indispensabile l’ho capito, ma costa tantissimo, sicuramente non mi conviene”

Se fai questo pensiero, immagino che starai pensando alla Partita IVA Ordinaria, quella classica su cui si pagano molte tasse e che ha costi annuali considerevoli. Bene, forse non sai che in Italia esiste una Partita IVA in regime Forfettario, che è considerata uno dei regimi per liberi professionisti più conveniente d’Europa.

Chi può aprire una Partita IVA in regime Forfettario e come fare

Il regime Forfettario è riservato alle nuove attività e alle persone che non sono in società con altre. E’ utilizzabile fino ad un limite di fatture emesse di 65 mila euro, quindi direi che per partire, è l’ideale.

Cosa devo fare per richiederla? Per richiederla è necessario:

  • Apertura partita iva come persona fisica alla agenzia delle entrate: può farlo il commercialista (te lo consiglio) ma se vuoi risparmiare puoi andare allo sportello e farla tu
  • Iscrizione all’INPS separato: questo deve farlo il commercialista o un centro per l’impiego

Ti consiglio di rivolgerti ad una persona competente perchè è in fase di apertura che devi dichiarare l’attività esatta che andrai a svolgere ed in base a questa ti verrà assegnato anche un codice ATECO. E’ molto importate avere il codice ATECO corretto per poter lavorare.

Quanto mi costa mantenere una Partita IVA in regime Forfettario?

Non ci sono costi fissi per tenere aperta una Partita IVA in regime Forfettario, quindi ti direi che il costo annuo ricade sulla parcella del commercialista di fiducia se intendi farti seguire per la parte di fatturazione e dichiarazione dei redditi, altrimenti…non credo ci siano altre somme da considerare oltre all’apertura.

Quante tasse devo pagare con la Partita IVA in regime Forfettario?

Ecco, veniamo al punto cruciale. Il regime forfettario è particolarmente conveniente perchè non c’è IVA da aggiungere alla tua parcella (e questo è vantaggioso sia per te che per i tuoi clienti), non ci sono adempimenti obbligatori, non c’è da pagare nè l’IRPEF nè l’IRAP e nemmeno le addizionali regionali e comunali.

Il tuo compenso è soggetto solo ad una imposta sostitutiva moooolto bassa (5% per i primi 5 anni e poi mi pare si passi al 15%) e al pagamento dell’INPS separato (25,72%).

Come si calcola il compenso: al contrario di una Partita IVA Ordinaria non si fa una differenza fatturato-costi (spese) ma si considera il compenso come una percentuale del fatturato che va dal 67% al 78% in base al Codice ATECO.

Ti vedo confusa, ma in realtà è semplicissimo! Ti faccio un esempio:

Esempio Numerico

Immagina di aver fatturato 10.000 euro in un anno e di avere un codice ATECO per cui la percentuale da considerare per la tassazione è il 67%

Fatturato= 10.000 euro

Compenso= 6.700 (67% di 10.000) euro

Imposta sostitutiva= 335 (5% di 6.700) euro

INPS= 1723 (25,72% di 6.700) euro

Totale tasse= Imposta Sostitutiva + INPS = 2.058 euro

Totale somma che guadagno =Fatturato – Tasse =7.942 euro – questi restano in saccoccia a te!

Come ti dicevo, la situazione cambia leggermente al variare del Codice ATECO. Ad ogni modo, anche nel peggiore dei casi (Codice ATECO che impone di considerare il 78% al posto del 65%) ti ritrovi con una tassazione globale minore del 30% e…scommetto…che…se sei una dipendente, 9 su 10 in questo momento sei tassata di più!

Tutto chiaro? Ci sentiamo presto! Ciao!

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