Perchè Lavori?

perchè lavori

“Vuoi Lavorare? Ma perchè?”

“Ma Cecilia ti sei rincretinita? Che domanda è? Lavoro per poter portare a casa i soldi per arrivare a fine mese, no?”

“Mmmm…si sono d’accordo…in parte” 😉

Adesso ti spiego!

Lavorare per i soldi, per la carriera o per qualcosa di più?

Quando mi sono laureata mi sono messa alla disperata ricerca di un lavoro. Il mio relatore mi aveva proposto di continuare a lavorare per lui e di rimanere nell’ambito universitario ma io ho rifiutato. Non volevo un lavoro precario e sottopagato, volevo un tempo indeterminato con uno stipendio decente. Il mio unico obiettivo era mettere da parte abbastanza soldi per comprarmi una casa. E così un anno e mezzo dopo, ho dato l’anticipo per la mia casa a Milano in cui sono andata a vivere da sola con un mutuo di cui ero l’unica intestataria, niente garanti, niente cointestatari. Ce l’avevo fatta da sola, il mio lavoro e il mio stipendio erano stati giudicati sicuri dalla banca (ed effettivamente lo erano).

In questa fase il mio obiettivo era uno solo: fare soldi per godermi la mia indipendenza.

Dopo qualche anno di lavoro ho iniziato a prenderci gusto però, ero molto brava, ricevevo valutazioni eccellenti e venivo promossa quando possibile. I clienti chiedevano ai miei capi di essere seguiti proprio da me: insomma stavo facendo carriera.

Lavoravo come una pazza, spesso fino a tardi, a volte saltavo il pranzo…ma mi davano i progetti i importanti, i clienti più prestigiosi…insomma la mia soddisfazione e realizzazione professionale era a mille. E non avendo un compagno, una famiglia, dei figli, quella era la mia priorità. In quel momento era giusto così.

Quando sono diventata mamma sono entrata un po’ in crisi: come avrebbe potuto una perfezionista sul lavoro come me, coniugare la carriera con una nuova priorità chiamata famiglia?

Ci ho messo un po’ a trovare una risposta e ho dovuto lavorare molto su me stessa per capire che avrei sicuramente dovuto cambiare il modo di vedere il mio futuro professionale. Solo impegnandomi in qualcosa in linea con i miei valori, avrei potuto trarre massima soddisfazione anche lavorando “meno” e solo per una attività del genere avrei potuto accettare di togliere qualche ora alla mia famiglia.

Per me ora lavorare è una missione: non ne avverto il peso, anzi è una necessità.

Per Concludere

Veniamo al dunque!

E’ logico che si lavora per i soldi, ma devi fare in modo di lavorare anche per i soldi e non solo per i soldi. Dietro ogni occupazione, anche la più umile, la più noiosa, la più sfiancante, devi trovare un significato. Devi trovare uno scopo, devi trovare qualcosa di più.

Altrimenti…

Sei una mamma, con che animo ti distacchi dai tuoi bambini per fare un lavoro che non ti piace e non ti da nulla? Con che coraggio lasci la cosa più preziosa che hai per svolgere un lavoro “vuoto”.

Immagina ora di avere la possibilità di fare un lavoro che ti piace, che ti appassiona, che sia allineato con i tuoi valori…non credi che in questo caso sopporteresti più volentieri i momenti in cui non puoi essere a piena disposizione della famiglia? Stai facendo qualcosa di tuo e di grande! Il gioco vale finalmente la candela!

Non è impossibile, se ti dico che puoi farcela è perchè è davvero così e se non sai da dove cominciare…beh prova a partire da qui!

Diamo a Cesare quel che di Cesare

Lo sapete che sono sempre onesta e trasparente e quindi…confesso. Questi pensieri non sono miei “inediti” ma sono presi ed adattati alla mia situazione da un bellissimo libro, FATTORE 1% del famoso psicologo Luca Mazzucchelli. In un paragrafo del testo originale l’autore pone la domanda “perchè lavori?” a tre muratori e ognuno risponde in modo diverso. Leggetelo, è carino: è un libro sulle abitudini, su come instaurarne di nuove e sane e su come sgretolare quelle tossiche. A me è piaciuto molto. Ti lascio qui il link se vuoi approfondire.

Ciao!

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