Mamme Imprenditrici e Lavoro Flessibile – C’è Qualcosa che non Quadra

Dal momento in cui ho realizzato che non sarei più rientrata in azienda e ho iniziato a studiare possibili soluzioni (leggi l’articolo in cui ti parlo della mia prima idea), ho digitato molte volte su google la stringa di testo “lavorare on-line” piuttosto che “lavorare da casa in modo flessibile” o “mamma imprenditrice”.

Ovviamente il tema è molto inflazionato e trattato in tutte le salse ma con mia grande sorpresa ho notato che qualcosa non quadrava negli articoli, nei blog o nei video in cui mi imbattevo. C’era sempre qualcosa che mi lasciava perplessa e che non mi convinceva fino in fondo.

Le Contraddizioni del lavoro Flessibile

1 – L’imprenditrice milionaria

In rete troverai centinaia di pagine/blog/canali in cui mamme imprenditrici ti raccontano di come abbiano costruito un business a 6 zeri (cioè di milioni di euro) in pochissimo tempo. Le riconosci subito perché sono le protagoniste di quei canali che di solito cercano di venderti qualche corso perché “se ce l’ho fatta io puoi farcela anche tu”.

Per invogliarti ti dicono che le mamme non devono accontentarsi di qualche lavoretto e che se seguirai i loro consigli ti troverai a fatturare cifre astronomiche con il tuo neonato in fascia, lavorando in modo flessibile, senza dover chiedere permessi per malattia bimbo, vaccinazioni o visite mediche. Di solito queste mamme imprenditrici sono bellissime, tutte curate e poi magre magre e iper-toniche perché con il loro metodo hai anche tempo per andare in palestra.

Mmmm…Tutte frottole? Probabilmente no. Io credo che ci siano davvero mamme imprenditrici in gamba che lavorano sodo e con sacrificio e determinazione fanno un sacco di soldi.

Non è questo il punto…

Quello che non mi convince è che se inizi a seguire i loro profili, scopri il video in cui raccontano che hanno smesso di allattare a 5 settimane, piuttosto che hanno iscritto il bambino al nido a 6 mesi o che hanno dovuto saltare il saggio di fine anno per partecipare a qualche convention. Quindi sicuramente grandi donne di business…ma a che prezzo? Non ho niente di personale contro questi tipi di mamma ma se hai letto i miei primi articoli avrai già fatto 2+2 e notato come queste mamme ricalchino la figura mitologica della mamma manager, figura in cui personalmente non credo.

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2 – L’imprenditrice “dipendente”

Mi è capitato spesso di imbattermi in pagine gestite da “imprenditrici” che spiegano per filo e per segno le tecniche che utilizzano per massimizzare la produttività del proprio lavoro autonomo. Spiegano come programmare l’agenda, come organizzare un ufficio casalingo, come definire to do list e priorità, regola del singolo tocco, legge di Pareto…davvero tutto molto interessante ma poi…peccato che concludono spiegandoti quanto amino il loro lavoro e quanto sia bello lavorare per la azienda X. Ma scusa…ma non eri una lavoratrice autonoma? Mmm, niente di male per carità ma allora per quanto tu sia libera nelle tue scelte, sei comunque assunta da qualcuno. Sicura di non avere scadenze, obiettivi, orari da rispettare?

3 – La networker

Un’altra tipologia “imprenditrice dipendente” che trovi in rete è quella delle mamme networker, cioè delle mamme che vendono prodotti grazie ad una rete e ad un marketing piramidale. Anche qui, niente in contrario con nessuna di loro, ho molte amiche che guadagnano bene con questo sistema…ma non credo che queste donne possano definirsi imprenditrici nel vero senso della parola. Sono sicura che queste mamme di organizzano il tempo da dedicare al lavoro come vogliono ma dipendono in qualche misura da una società che fornisce loro prodotti e direttive. E se un giorno l’azienda chiudesse? E se i prodotti diventassero improvvisamente scadenti? E se l’azienda iniziasse a dare degli obiettivi di vendita per rimanere dentro?

Ma allora?

Le mamme che vorrebbero lavorare in modo autonomo sono senza speranza?

Assolutamente no!

Ho voluto parlare di queste contraddizioni per sottolineare ancora una volta l’obiettivo di Womam e la filosofia della Community. Qui si parla di donne che lavorano ma niente business da capogiro o affiliazioni. Si parla di lavori o lavoretti che si possono fare da casa in modo realmente autonomo, che possono servire per arrotondare uno stipendio poco ricco o che possono essere una valida alternativa al part time. Si parla di donne normali, di mogli stanche e spettinate, di mamme che vogliono trovare un compromesso per essere indipendenti e allo stesso tempo crescere i propri figli.

In tante mi dite “non so fare niente” ma non ci credo. Per le sfiduciate, posto ancora i link degli articoli precedenti contenenti molte idee e vi dico PROVATECI, iniziate da qualcosa di semplice e partite, vedrete che vi cambierà completamente la prospettiva con cui pensate al lavoro.

Rendersi Indipendenti – 4 Esempi Pratici

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Aiuto Sono Senza Lavoro – Soluzioni a Guadagno Immediato

Lavorare on-line – Ma Come Funziona?

Home Restaurant – Come Guadagnare Cucinando per Altri

Se non sai neanche da dove iniziare, iscriviti alla Community (è un gruppo Facebook privato, iscriversi è gratis) e crea un post per chiedere un consiglio. Ti risponderò personalmente e magari anche qualche altra WOrking MAMa potrà darti dei consigli utili. Le possibilità sono infinite!

Ti dico solo che giusto ieri sono stata contattata da una agenzia per una collaborazione. Mi hanno cercata loro, hanno trovato il mio nominativo associato ad uno dei MIEI progetti indipendenti e mi hanno fatto una proposta. Non sapevo neanche esistesse la figura che stavano cercando. Eppure…

Se invece hai già in mente cosa fare ma hai paura di buttarti, analizzeremo la questione nel prossimo articolo. Intanto se ti va puoi iniziare dando un’occhiata ai pensieri che ho già scritto sulla tematica.

Il Pensiero degli Altri

Come Convincere i Tuoi Cari

Provaci perché puoi farcela davvero. E a dirtelo non è una blogger con la piega perfetta. A dirtelo sono io, una mamma come tante, una mamma come te che arriva a sera stanca con le occhiaie, la casa in disordine, e la macchia di sugo sulla maglietta 😉.

4 pensieri su “Mamme Imprenditrici e Lavoro Flessibile – C’è Qualcosa che non Quadra

  1. Storia dopo storia ho cercato un appiglio a cui appendere la speranza che si trattasse di casi particolari, magari qualcosa di piu di semplici eccezioni, ma comunque nulla di simile a un quadro ‘sufficientemente rappresentativo’ come si dice fra addetti ai lavori. Alla fine ho dovuto riconoscere che, sebbene l’insieme delle storie non equivalga a un campione con i crismi della rappresentativita scientifica, i casi spaziano su diversi settori (dal manifatturiero al commercio, ai servizi, alla pubblica amministrazione), su diversi livelli di qualifica (dalla commessa al medico), su diversi tipi di rapporto di lavoro, dalla manager a tempo indeterminato alla lavoratrice ‘autonoma’, alla precaria con contratto temporaneo. Lo sdegno monta man mano che si prosegue nella lettura. Ad alimentarlo concorrono numeri e informazioni talvolta ufficiose o semi clandestine, ma proprio per questo capaci di colpire nel segno. Mi limito a citare le 500 denunce sul tavolo di Maria Costa, responsabile del Centro Donna della Camera di Milano, novanta per cento delle quali sporte da mamme che lamentano trattamenti ingiusti sul lavoro, talvolta conditi da commenti del tipo “Qui vogliamo ragazze giovani. Tu sei vecchia e hai anche voluto fare un figlio”. Tra le informazioni semi-clandestine che il libro riporta spicca la rivelazione (in forma anonima) di una dirigente del settore informatico a proposito di incontri organizzati dalla propria impresa a beneficio di dirigenti fidati. Obiettivo degli incontri era familiarizzare la dirigenza con ‘tecniche di dissuasione del personale’, di fatto pratiche di mobbing dei dipendenti, specie se mamme o aspiranti tali.

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